9 SETTEMBRE 2024 ore 17:00
Aula Magna DiSLL – Complesso Beato Pellegrino
In questo evento aperto all’Università e alla città di Padova, la celebre politologa offrirà un excursus storico dei femminismi europei di carattere liberale e statale, e rivoluzionari (anarchici e marxisti); discuterà inoltre femonazionalismo e femoimperialismo nelle declinazioni contemporanee, con un richiamo alla loro genealogia, per poi approdare ai femminismi anticoloniali e decoloniali.
Questo laboratorio ha un carattere completamente interattivo, costruito sulle domande delle/i partecipanti relative a letture, questioni legate a eventi particolari, all’attualità, ponendo interrogativi a cui risulta complesso rispondere automaticamente. Temi: la negazione del disastro climatico e la sua relazione con l’estrema destra, il green-washing, l’implicazione dell’intersezionalità tra classe e genere nella distruzione ambientale…
La prima invitata sarà la scrittrice Françoise Vergès.
Il femminismo decoloniale di Françoise Vergès rappresenta una critica incisiva al femminismo occidentale mainstream, proponendo un approccio che intreccia le lotte di genere con quelle contro il razzismo e il colonialismo. Vergès sostiene che il femminismo tradizionale, spesso centrato sulle esperienze delle donne bianche occidentali, non riesce a cogliere appieno le complessità delle oppressioni vissute dalle donne di colore e del Sud globale. Il suo pensiero si basa sull’idea che il patriarcato non possa essere compreso o combattuto senza considerare il suo intreccio con le strutture di potere coloniali e razziali. Vergès enfatizza l’importanza di riconoscere le diverse forme di violenza e sfruttamento che colpiscono le donne in contesti postcoloniali, inclusi il lavoro domestico, le migrazioni forzate e l’estrattivismo ambientale. Il suo femminismo decoloniale propone una solidarietà transnazionale che va oltre i confini geografici e culturali, sfidando le gerarchie di potere globali e promuovendo una visione di liberazione che sia veramente inclusiva e intersezionale. Attraverso questo approccio, Vergès invita a ripensare radicalmente le pratiche femministe, ponendo al centro le voci e le esperienze delle donne più marginalizzate dalla storia coloniale e dalle attuali dinamiche neocoloniali.
Come autrice e curatrice indipendente, Vergès ha dedicato la sua carriera all’esplorazione di temi cruciali che intrecciano storia, politica e cultura. I suoi scritti affrontano con acume critico diverse aree interconnesse. Vergès analizza come le strutture di potere razzializzate contribuiscano a creare condizioni di vita precarie per determinate popolazioni, portando a tassi di mortalità più elevati e a una ridotta aspettativa di vita, un fenomeno che lei definisce come la fabbricazione razziale della morte prematura. Il suo lavoro esamina anche l’impatto persistente della schiavitù e della colonizzazione sulle società contemporanee, evidenziando come le loro eredità continuino a plasmare relazioni di potere e disuguaglianze globali.
Nel campo del femminismo, Vergès propone un approccio decoloniale che sfida le narrative occidentali dominanti, ponendo al centro le esperienze e le lotte delle donne del Sud globale e delle comunità marginalizzate. Nei suoi studi, mette in discussione la possibilità di una vera decolonizzazione dei musei occidentali, evidenziando le contraddizioni e le sfide insite in questo processo. Attraverso il concetto di capitalocene razziale, Vergès esplora come il capitalismo globale sia intrinsecamente legato a strutture di oppressione razziale, proponendo una comprensione più complessa delle crisi ecologiche e sociali contemporanee.
La sua ultima pubblicazione, “Programme de désordre absolu. Decoloniser le musée” (La Fabrique, 2023), di cui è prevista una traduzione italiana per Meltemi, rappresenta un’ulteriore evoluzione del suo pensiero. In quest’opera, Vergès approfondisce la sua critica alle istituzioni culturali occidentali, proponendo strategie radicali per ripensare il ruolo e la funzione dei musei in un contesto postcoloniale.
Il lavoro di Françoise Vergès continua a essere fondamentale per comprendere e affrontare le complesse intersezioni tra razza, genere, classe e potere nel mondo contemporaneo. La sua prospettiva unica e il suo approccio interdisciplinare offrono strumenti preziosi per ripensare criticamente le strutture sociali, politiche e culturali ereditate dal passato coloniale e per immaginare futuri più equi e inclusivi.
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